Scritto da Goumard Alexis
Vado a caccia fin da quando ero bambino nella mia regione natale, la Touraine. I miei genitori sono cacciatori, sia di piccola che di grande selvaggina. Li ho quasi sempre accompagnati finché non sono stato abbastanza grande per cacciare da solo. Mi hanno trasmesso il loro amore e la loro passione.
Oggi sto cercando di sviluppare e imparare un po' su tutti i tipi di caccia: pratico sia la caccia con l'arco che il tiro. Ma il mio tipo di caccia preferito è ancora quello alla grossa selvaggina, soprattutto al cinghiale. Faccio una piccola caccia familiare dove le parole d'ordine sono convivialità e buon umore.
Sfide e sforzi di conservazione
Sfortunatamente, la selvaggina di piccola taglia sta diventando sempre più rara, anche se alcune specie sono state estinte per reintrodurre le loro popolazioni. Attualmente sto lavorando con i miei colleghi cacciatori alla reintroduzione e alla conservazione di specie come pernici e fagiani.
Per me la caccia è soprattutto l'arte della discrezione, dell'osservazione e della gestione delle specie. L'atto della caccia è solo il culmine di un lungo processo preparatorio.
In estate, ad esempio, cammino tra campi e sottobosco con il monocolo in mano, cercando di essere il più discreto possibile per non disturbare gli animali. In questo periodo posso verificare se la specie si è riprodotta bene, individuare eventuali nuovi individui presenti sul territorio, verificare eventuali patologie ed infine stabilire la quota di raccolto per la prossima stagione.
Osservazione migliorata con ThermTec Wild 650L
Quest'anno il mio lavoro è stato facilitato daThermTec Wild 650Lmonoculare. Infatti, è molto più veloce trovare e identificare gli animali con la termografia, sia di notte che di giorno. A colpo d'occhio ho potuto vedere animali che non avevo nemmeno rilevato con il mio binocolo convenzionale, sia in terreno aperto che nella vegetazione.
È stata l'occasione per vedere, ad esempio, una vera evoluzione nella popolazione delle lepri. È stata anche un'opportunità per lavorare con gli agricoltori sui danni agricoli, in particolare nei campi di mais. Mi ha permesso di dimostrare che il cinghiale non è l'unico responsabile di questi danni, ma che il tasso è altrettanto capace di produrli.
Alla fine dell'estate arriva il cervo che muggisce. Un periodo a cui sono particolarmente affezionato per la sua bellezza visiva e uditiva. Quest'anno il tempo non è stato così clemente da incoraggiare le uscite di osservazione. Tuttavia, ho potuto osservare alcuni animali e realizzare un video termico di un cervo che ruggisce di notte, mentre l'invisibile diventa visibile.
Per riassumere, la caccia per me è principalmente un atto di gestione, gestione sia della fauna che della flora. L'atto della caccia non consiste solo nell'uccidere, è un processo lungo che deve essere portato avanti con rigore e cura. Non è la mia vita a dettare il ritmo del mio modo di cacciare, ma è la caccia a dettare il ritmo della mia vita.
Invito tutti, cacciatori e non, a prendersi il tempo per guardare la natura e gli animali, per osservarli e prendersi molta cura di loro.